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Bellezza e interventi di estetica: l’opinione del dottore

L’opinione di Giovanni Dalessandro

C’è un notissimo monologo tratto da Tutto su mia madre di Pedro Almodovar che trovo molto divertente e propositivo per qualche riflessione.

Mi chiamano Agrado, perché per tutta la vita ho sempre cercato di rendere la vita gradevole agli altri. Oltre che gradevole sono molto autentica: guardate che corpo, tutto fatto su misura! Occhi a mandorla, ottantamila. Naso, duecento, buttate nell’immondizia, perché l’anno dopo me l’hanno ridotto così con un’altra bastonata. Lo so che mi dà personalità, però se l’avessi saputo, non me lo toccavo. Continuo. Tette, due, perché non sono mica un mostro! Settanta ciascuna, però le ho già super-ammortizzate. Silicone in labbra, fronte, zigomi, fianchi e culo. Un litro sta sui centomila, perciò fate voi il conto perché io l’ho già perso. Limatura della mandibola: settantacinquemila; depilazione definitiva con il laser, perché le donne vengono dalle scimmie tanto quanto gli uomini: sessantamila a seduta, dipende da quanta barba una ha, normalmente da una a quattro sedute. Però se balli il flamenco ne servono di più, è chiaro. Bene, quello che stavo dicendo è che costa molto essere autentica, signora mia. E in questa cosa non si deve essere tirchi, perché una è tanto più autentica, quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa.

(Tratto da Tutto su mia madre, film di Pedro Almodovar)

Agrado sovrappone un ideale di sé rispetto al suo vissuto di autenticità. Per raggiungere quell’ideale a volte si è pronti a sottoporsi a interventi e a trattamenti di chirurgia e medicina estetica che francamente potrebbero non essere necessari al fisico. Ovviamente trattandosi della mia professione, riconosco alla chirurgia e alla medicina estetica un grande valore ma misuratamente all’uso che se ne fa.
Arrivano da me tanti volti trasformati e non per effetto del tempo che passa, ma per opera di interventi che non hanno tenuto conto delle proporzioni, dei bisogni oggettivi di un volto misuratamente all’età del paziente (cercare di riportare un volto di una sessantenne a come era 40 anni prima è una pretesa assurda e pericolosa) . Donne belle che diventano simili l’una all’altra nella loro artificiosità, che modificano continuamente la propria immagine che continuamente cambiano agli occhi del mondo e di loro stesse.
Trasformare il proprio volto da renderlo irriconoscibile non ha nulla a che fare con la buona estetica, l’immagine con cui ci si presenta nel mondo non dovrebbe essere ridicola o radicalmente diversa, dovrebbe solo sembrare più fresca, luminosa, curata e lasciatemi dire che il successo di un intervento o di un trattamento estetico lo si ottiene quando non si nota proprio alcuna artificiosità. La bulimia estetica (si corregge, si gonfia, si tira qui e là) che purtroppo molti colleghi alimentano è quanto di più dannoso possa esserci per il paziente, la soddisfazione non si raggiunge mai.

Tutto è momentaneo tutto è un’illusione, poi si ricomincia.

A volte si sposta un malessere dell’anima sul proprio corpo: questo è più facile che prendersi la responsabilità della propria vita e lavorare su di sé. In confidenza e senza polemica, a volte penso che oggi omologarsi a un modello fortemente artificioso sia più semplice che essere autentici, e con la mia branca vi garantisco che si può!