Oggi voglio parlarvi dell’intuizione di un’illustre collega Mauricio De Maio…
Chiamale se vuoi emozioni, cantava Lucio Battisti…
Di sicuro il famoso cantautore non avrebbe immaginato che proprio lo stato emotivo sarebbe diventato cruciale anche nel mondo della bellezza. l’approccio di De Maio per la cura dell’invecchiamento del viso parte dall’intuizione che non sempre chi ricorre a un filler o un ritocco in generale è soddisfatto del risultato; pertanto, il chirurgo plastico brasiliano ha sviluppato alcuni parametri innovativi specifici, chiamati MD Codes, per trattare le rughe del viso, secondo i bisogni autentici delle persone interessate. Spesso una donna si rivolge allo specialista non solo per attenuare i segni del tempo, quanto per una spinta emotiva, perché vuole mostrare agli altri un’espressione diversa di sé, magari più allegra, più riposata, più attraente.
E allora basta inseguire solo le rughe, concentriamoci sulle emozioni. Non a caso il medico brasiliano ha previsto una vera e propria mappatura del viso che identifica i punti dove intervenire per migliorare non il segno del tempo, ma il proprio aspetto in generale. Durante il colloquio introduttivo, alla paziente per prima cosa si domanda quali sono le aree del viso che vuole correggere. Poi si mostra una tabella che illustra alcune caratteristiche emozionali (un’immagine più fresca, di buon umore, più magra) e si chiede quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere, per esempio sembrare meno stanca, più giovane, non arrabbiata.
A questo punto, combinando le parti su cui intervenire e le “emozioni” da raggiungere, si ottiene il mix perfetto che soddisfa i desideri di chi si sottopone al trattamento e coincide davvero con quello di cui ha bisogno. Non si lavora sul singolo inestetismo ma su una strategia full face: per questo è fondamentale che il medico conosca perfettamente l’anatomia del viso.
A seguito di queste considerazioni relativamente all’anatomia del viso, a me personalmente serviva un metodo di diagnosi e terapie combinate che definisse dove agire in modo mirato nel sottocute o nella parte muscolare del volto, il Metodo Integra: ad esempio, si utilizza l’acido ialuronico, a volte con tecniche diverse, a seconda che lo scopo sia “riempire”, dare volume, ridisegnare il contouring, oppure solo regalare armonia tenendo presente il principio della naturalezza e della unicità di ogni caso specifico.
Purtroppo, oggi, in un modo dove la comunicazione confonde molto è difficile far comprendere l’importanza della contestualizzazione della diagnosi per l’efficacia terapeutica.