La psicologia della chirurgia estetica ha un ruolo fondamentale nella genesi di un intervento chirurgico.
I motivi che spingono una persona a richiedere un intervento di chirurgia estetica sono diversi. Generalmente però c’è un comune denominatore: il desiderio di migliorare il proprio aspetto, nonostante il comprensibile timore dell’intervento.
Ma quali sono i meccanismi psicologici legati a questo desiderio?
La psicologia della chirurgia estetica è sicuramente un argomento delicato, ma non c’è niente di male nel desiderio di migliorare il proprio aspetto.
Uomini e donne di ogni età possono avere un’immagine ideale del proprio corpo. Nel relazionarsi con la società e con sé stessi, il desiderare di apparire al meglio è comune.
Dietro al bisogno di cambiare ed eliminare piccoli e grandi difetti estetici, esistono
però dinamiche psicologiche difficili che la medicina per primo, il dovere di comprendere e di far comprendere al paziente. A volte, ciò che viene percepito come difetto fisico, e che può provocare un disagio e un’insoddisfazione notevoli, è solo una caratteristica personale che addirittura, se spiegata in relazione al concetto di bellezza di una persona può essere trasformata in un punto di forza. A volte invece, i difetti reali possono rendere difficile esprimere a pieno le proprie potenzialità e il proprio essere.
Qui si inserisce il ruolo fondamentale della consulenza preoperatoria. Valutare con cura le motivazioni profonde che spingono i pazienti a richiedere un intervento, crea il quadro dei bisogni e delle aspettative di quel paziente.
Un intervento chirurgico con aspettative realizzabili può contribuire al benessere emotivo e mentale, restituendo la sicurezza e la stima di sé. Ma la psicologia della chirurgia estetica può essere ben più delicata. In alcuni casi, infatti, il disagio che si cela dietro una richiesta di intervento potrebbe essere legato a motivazioni più profonde e ad un’insoddisfazione esistenziale. E guai ad illudersi che la chirurgia plastica ed estetica possa risolverli realmente.
Correggere i difetti può implicare anche non intervenire sul singolo inestetismo ma può significare cercare di armonizzare l’intero viso e dare a questo nuove proporzioni.
Quindi entra in gioco la percezione dell’io: il paziente si riconoscerà allo specchio? il paziente è in grado di elaborare con un’efficace valutazione e spiegazione il suo specifico caso clinico?
La consapevolezza di cosa accadrà durante e dopo l’intervento rappresentano imprescindibili fattori sui quali insistere prima di accettare di operare una persona a scopi estetici.
Dietro ad una richiesta di miglioramento, una cosa è certa: la chirurgia plastica ed estetica operata con etica, e attenzione all’emotività del paziente dovrebbe avere sempre come fine ultimo quello di creare armonia fra corpo e anima. L’intervento miracoloso, in grado di cambiare la vita, è una prospettiva illusoria. Un medico non promette questo un medico vi accompagna a consapevolizzare voi stessi e se poi è il caso a cambiare o modificare cosa non vi piace.